Text 2 | Immaginate il grande fuoco d’inverno, le sue scintille capaci di intrecciare sacro e profano ,quel calore che ha in serbo la sua natura pagana, selvatica ed allo stesso tempo attuale, profondamente viva. E adesso pensate la vampa che illumina notti più antiche, notti di pellegrinaggi e litanie rischiarate dagli ex voto, di anime epiche e mai smarrite, nella terra che i contadini ringraziavano con le fiamme, quando accendere un fuoco significava costruire una pira ed ognuno di quei ciocchi di legno era il versetto di centinaia di preghiere propiziatorie. Fuochi sacri, preghiere notturne, di questo si trattava sotto le costellazioni indifferenti, stagione dopo stagione. Fanòi conserva quelle scintille e quelle braci, conserva quei riti, nel colore del suo nome dai riflessi viola, scintille selvatiche, irruenti, come i sentori espressi dalle uve Primitivo. Il chiaroscuro della sua radice mnemonica diventa l’avvolgente sensualità della sua struttura, capace di esprimere il senso della ritualità sacra e pagana e soprattutto di mescolare sapientemente nel suo aroma quel dio delle piccole e quegli antenati delle grandi imprese. Questo vino sa raccontare lo spirito che scandiva e vegliava le annate ed il tempo umano. |